Quanti animali di ciascuna specie prese Mosè sull’Arca? La risposta è: nessuno. Mosè non caricò nessun animale a bordo della biblica imbarcazione. A farlo fu Noè e i più attenti si saranno accorti dell’errore. Se invece siete stati ingannati dalla formulazione della domanda, a trabocchetto, non c’è da preoccuparsi: senza accorgersi dell’errore, la maggior parte degli intervistati ha risposto in un attimo
“due animali”. Si tratta di un esperimento che mostra l’efficacia di una delle molte strategie linguistiche di cui si occupa il linguista Edoardo Lombardi Vallauri nel suo libro, “La lingua disonesta– Contenuti impliciti e strategie di persuasione” (il Mulino, pp. 285, 16 euro).
Il trucco è semplice: spostare l’attenzione su un argomento preciso del discorso – il numero di animali di ciascuna specie – e farla abbassare sulla parte che contiene un errore – sostituire Mosè a Noè. Vi ricorda qualcosa? È lo stesso trucco dei prestigiatori: concentrare l’attenzione su un gesto e nel frattempo farne un altro di nascosto. L’uso di questo metodo nella pubblicità è invalso. Per esempio: se di un cibo scrivo che quest’eccellenza italiana si trova sugli scaffali di ogni supermercato (l’esempio è inventato) sposto l’attenzione sul fatto che il prodotto si trovi in un certo luogo, dando per scontato che sia un’eccellenza.
Ecco qui, invece, un esempio di strategia detta “implicatura” : nell’Ottocento si leggeva su alcuni cartelli nelle scuole della Bretagna: “Vietato sputare e parlare bretone”. Ora, i cartelli non dicevano esplicitamente che parlare bretone fosse estremamente maleducato come lo è sputare: lo lasciavano intuire. E ciò che li rendeva così sottilmente e ambiguamente efficaci è proprio questo: non erano espliciti. Lasciando a noi il compito di trarre le conclusioni, i messaggi di questo tipo ci costringono ad abbassare quella che Lombardi Vallauri chiama la “vigilanza critica”: “L’essenza persuasiva di questi impliciti sta nel fatto che il destinatario, poiché non “ vede” l’emittente asserire quel contenuto, e anzi è lui stesso a costruirlo, più difficilmente lo metterà in discussione”.
Il libro di Lombardi Vallauri è un florilegio di gustosi esempi di strategie implicite pubblicitarie e incursioni nel linguaggio allusivo dei politici. C’è poi una sezione dedicata ai meccanismi antropologici
e neuro – linguistici sottesi ai nostri modi di ragionare, più complessa senz’altro , ma fondamentale per capire le radici evolutive e fisiologiche delle nostre strategie cognitive.
Oltre al valore scientifico, il libro è percorso poi da un fine educativo preciso, di natura sociale e politica. Non si tratta di un forzoso orientamento dei gusti merceologici o delle preferenze politiche (gli esempi sono bipartisan), ma la volontà di accrescere la nostra capacità di riconoscere le strategie delle comunicazioni promozionali e propagandistiche: una fonte di guadagno per tutti coloro che si identificano nel ruolo di consumatori e cittadini consapevoli. Scrive Lombardi Vallauri: “occorre alzare il livello di consapevolezza della gente sulle cose che limitano il potere di scelta; fra queste anche i fenomeni linguistici. Perché dove non si può più abusare liberamente dello strumento linguistico, manipolare diventa molto più difficile”.
(Una versione ridotta della recensione è stata pubblicata su: Il Piccolo di Cremona, 12 ottobre 2019)